IL BLUETOOTH questo misterioso…. È diventata ormai insostituibile ed è presente su qualsiasi smartphone, anche quelli dati e meno performanti. La utilizziamo per far “comunicare” un device con un altro oppure per scambiare file con altri smartphone. È la tecnologia Bluetooth. La tecnologia venne realizzata da Ericsson a metà degli anni ’90, interessata a sviluppare un sistema di comunicazione tra cellulari e altri dispositivi, alternativo ai raggi infrarossi (IRDA), decisero di chiamare la connessione senza fili come Harald Blåtand, il cui cognome tradotto in inglese è appunto Bluetooth. Il sistema di connessione, che serve dunque a unire due dispositivi, utilizza le onde radio a corto raggio, che consumano pochissima energia. La tecnologia Bluetooth ricorre, infatti, al campo di frequenza dei 2,45 gigahertz (Ghz). È in questo “spazio” radio che avviene la magia: due dispositivi connessi attraverso questa frequenza possono scambiarsi pacchetti di dati, cioè trasmettere diverse informazioni. In altre parole, con il Bluetooth si possono inviare e ricevere numerosi file, come ad esempio immagini, video e documenti. E non solo. Con il Bluetooth, sempre facendo un altro esempio, si può collegare lo smartphone a una cassa e trasmettere musica. Il segnale irradiato non supera solitamente i 10 metri di distanza, anche se gli ultimi dispositivi riescono a garantire una copertura fino a 50 metri. La rete Bluetooth non è soggetta a disturbi di frequenza. Il sistema di trasmissione radio, infatti, utilizza una tecnica di trasmissione conosciuta con il nome di frequency hopping spread spectrum, che in pratica espande la banda. In altre parole, la banda è scomposta in 79 canali sui quali si registrano 1600 cambi di trasmissione al secondo. Un device può collegarsi fino al massimo con altri 7 dispositivi, anche se la trasmissione dei dati può avvenire contemporaneamente solo tra due oggetti Bluetooth. La tecnologia si regge sul sistema “master-slave”: il primo si riferisce al dispositivo centrale, il secondo a tutti gli altri collegati con il “maestro”. Una volta avvenuto questo primo incontro, per associare due dispositivi la connessione chiede allo “slave” di inserire il codice che identifica il master. A questo punto viene creata una Personal Area Network (PAN), la rete privata che permetterà, riprendendo l’esempio di prima, ai due smartphone di scambiarsi i dati.
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Circa 12800 anni fa, il pianeta Terra ha attraversato un breve periodo di freddo non correlato con nessuna era glaciale. Per anni, alcuni geologi hanno sostenuto che tale periodo sia stato causato da frammenti di un asteroide o di una cometa (noto come la teoria dell’impatto cosmico del Dryas recente). La comunità scientifica ritiene che questo evento possa essere stato la causa di una distruzione ad ampio raggio dell’ecosistema e della scomparsa della cultura Clovis (cultura preistorica dei nativi americani) nell’America del Nord. Da quando per la prima volta questa teoria è stata proposta ha suscitato grandi controversie. Tuttavia, un team internazionale di scienziati ha recentemente scoperto prove geologiche in Sud America che potrebbero finalmente mettere fine al dibattito. I ricercatori hanno scoperto le tracce di un impatto che ha avuto luogo durante il periodo al limite del Dryas recente (Younger Dryas Boundary, YDB), sembrerebbe che tale cratere stia ad indicare che gli effetti di questo evento potrebbero essere stati più diffusi di quanto si pensasse in precedenza.
Lo studio che descrive i risultati ottenuti dal team di ricercatori è stato recentemente pubblicato sulla rivista Science Reports.
Il team di ricercatori è stato guidato dal paleontologo cileno Mario Pino ed ha incluso diversi geologi provenienti dal Cile e dagli Stati Uniti, così come James Kennett – professore emerito di geologia presso l’Università della California Santa Barbara. (LSWN)
https://www.youtube.com/watch?v=tYOC8NKHZiA
In principio Dio creò l’uomo, ma vedendolo così debole gli donò il cane.
(Alphonse Toussenel)
“Fissa il tuo cane negli occhi e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima.”
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