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SPACEWEATHER — 17 SETTEMBRE — Nonostante la debole tempesta solare di questa notte con scudo a kp4, attualemnte il vento solare è nella norma a 367km/sec, ricordando che per oggi e domani sono previste tempeste magnetiche ma il NOAA dice di scarsa intensità. Anche oggi sul Sole non ci sono macchie solari e sono 13 giorni consecutiviper un totale di 182 nell’anno 2019 furono 221 in totale nel 2018. La radiazione solare è scarsissima a 69 sfu e questo non vede di buon occhio la propagazione alla quale diamo voto 2 questa mattina. Le probabilità di aurore polari sono oggi del 15% domani cresceranno al 20%.
HAMRADIO — Dal radioclub maceratese riceviamo e pubblichiamo. La 33° Edizione della Mostra Mercato Nazionale che si è appena conclusa è stata un grande successo. GRAZIE a coloro che hanno partecipato o semplicemente ha seguito le nostre iniziative. Scopri alcuni momenti della fiera.sulla nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/
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ASTRONAUTICA — NELL’ERA spaziale, delle app, della Internet of things, anche le email sembrano roba di un secolo fa. Ma sta di fatto che per dare l’allerta di una possibile collisione tra satelliti in orbita, si usa ancora la posta elettronica. Un dettaglio sconosciuto ai più, fino a quando non si è rischiato davvero che due sonde si sbriciolassero a vicenda circa 300 chilometri sopra le nostre teste. Per la prima volta, il 2 settembre, l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha dovuto muovere uno dei suoi satelliti di osservazione della Terra (Aeolus, lanciato ad agosto 2018 per studiare i venti dall’orbita) per evitare una collisione con uno dei satelliti della costellazione Starlink lanciata da SpaceX. All’Esa hanno dovuto fare tutto in autonomia mentre nessuno, da SpaceX, aveva letto le mail con la quale si dava l’allerta per una possibile collisione. Sono tutte manovre compiute ancora ‘manualmente’, dagli uomini. Manca un sistema automatico che l’Esa sta sviluppando con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
ASTROFISICA — Osservata per la prima volta l’emissione all’unisono di lampi di luce e raggi X provenienti da un ‘faro’ cosmico, ovvero una pulsar distante 4.500 anni luce che ruota su se stessa a centinaia di giri al secondo. La scoperta, che sfida le attuali teorie, è pubblicata sulla rivista The Astrophyiscal Journal da un gruppo di ricerca guidato da Alessandro Papitto dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf). Lo studio è stato realizzato nell’ambito di un’estesa campagna di osservazione di due giorni promossa nel 2017 con il telescopio Nazionale Galileo gestito dall’Inaf alle Isole Canarie (equipaggiato con il fotometro ottico ad altissima velocità Sifap, ideato e sviluppato dai ricercatori della Sapienza di Roma, dell’Inaf e del Telescopio Galileo) e il satellite Xmm-Newton dell’Agenzia spaziale europea (Esa).
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