Dopo i due giorni di pausa di fine settimana eccoci qua di nuovo…. Buon inizio settimana…
SPACEWEATHER — Rif sabato 16 e domenica 17 novembre, siamo alle solite con il Sole e la sua bassa attività che si fa notare purtroppo con la molta evanescenza nei segnali e la scarsezza degli stessi. In questo weekend. Non ci sono state macchie solari durante questo weekend e l’attesa tempesta geomagnetica non si è palesata, gli esperti l’avevano prevista ma questa volta le previsioni sono state errate. Lo scudo geomagnetico proprio nei picchi ha toccato a malapena kp2 quindi molto distante dal valore minimo di kp4 che annuncia tempesta. La propagazione a tratti è stata quasi decente ma nelle bande piu alte parlo dei 20 17 e 15 metri offrendo bei collegamenti anche con il Pacifico, Nuova Zelanda e tanto Sud America. I 40 metri per gli appassionati dei diplomi hanno visto giusto qualche sprazzo davvero interessante ma poi mantenere segnali bassi ed almeno 600-700km di skip nei momenti peggiori. Voto nel complesso 3.
SPAZIO – ASTROFISICA — Un pianeta immerso in una notte perenne è stato rivelato dalla NASA. L’oggetto è stato scoperto dal Jet Propulsion Laboratory e descritto con i dettagli scioccanti come la presenza di bagliori rossi prodotti dall’aria “calda come la lava”. Conosciuto con il nome di TrEs-2b, il pianeta extrasolare è stato identificato nel 2011 come l’esopianeta più oscuro conosciuto, che riflette meno dell’1% della luce che lo colpisce. “Un pianeta che riflette meno del carbone – spiegano gli esperti – all’interno della sua atmosfera, ogni uomo diventerebbe cieco”. Secondo gli studiosi, però, un bagliore rosso intenso inquietante sarebbe prodotto dalla sua atmosfera incandescente, caratterizzata da temperature tipiche della lava terrestre. Ruotando in maniera sincrona con la sua stella, una nana gialla simile al Sole, TrEs-2b ha una metà perennemente avvolta nell’oscurità mentre è avvolta in un calore accecante. “Le nuvole del pianeta – aggiungono gli studiosi – sono piene di particelle di silicato, mortali per l’uomo. “
IL FUTURO DI FUKUSHIMA — Un progetto dal valore di 2.750 milioni di dollari trasformerà la Prefettura di Fukushima, colpita dal terremoto, dal conseguente tsunami e dal disastro nucleare del 2011, in un centro di energia rinnovabile. Secondo il portale Nikkei Asian Review, il gruppo di istituti finanziari erogherà tale importo entro marzo 2024. Il piano, già in corso, prevede la costruzione di 11 centrali solari e 10 campi di energia eolica in zone montuose e seminative che non possono più essere sfruttate a causa della contaminazione radioattiva. L’articolo evidenzia come tra gli investitori la Banca di sviluppo statale del Giappone e la Mizuho Bank (di proprietà privata); sottolineando come il progetto avrà il sostegno finanziario di più organizzazioni. Quando queste strutture saranno operative, gli autori del progetto prevedono di generare circa 600 megawatt di energia: la quantità equivalente a due terzi di ciò che produce una centrale nucleare come Fukushima, la struttura resa inutile dopo la catastrofe. L’elettricità prodotta fornirà l’area metropolitana di Tokyo.
SPAZIO, POTREMMO ESSERE NOI LA CAUSA DELLA VITA NELL’UNIVERSO, DA RIFFLETTERE SU ALCUNE SITUAZIONI — Questa affermazione alla fine è stata rifiutata dalla maggior parte del mondo scientifico, ma il principio rimane valido e solleva la possibilità che, se miliardi di anni fa ci fu un trasferimento di organismi da Marte alla Terra, quegli organismi potrebbero essere stati i semi della vita sul nostro pianeta. Se così fosse, saremmo tutti, letteralmente, marziani. Data l’esistenza di questo sistema di consegne di organismi biologici, è naturale chiedersi se sia possibile che un pacco spedito dalla Terra sia stato inviato non solo a Marte, ma anche al di fuori del sistema solare ben prima del lancio delle sonde Voyager 1 e 2. Nella maggior parte dei casi, l’impatto di un asteroide non ha abbastanza forza da proiettare pezzi di roccia terrestre a una velocità sufficiente per uscire dal sistema solare. Però ci sono molti oggetti del sistema solare che passano gran parte del tempo nella nube di Oort, una sorta di vivaio di comete legato debolmente al Sole, dal quale dista fino a 100.000 volte di più rispetto a quanto ne dista la Terra. Ogni tanto alcuni di questi oggetti fanno la loro comparsa sotto forma di comete di lungo periodo con orbite eccentriche che le portano in prossimità del Sole, da dove l’effetto di fionda gravitazionale dei pianeti le può proiettare anche al di fuori dal sistema solare, come una pallina in un flipper. Quelle che passano molto vicino alla Terra, ad appena 50-100 chilometri dalla superficie, potrebbero raccogliere vita dall’atmosfera, come un cucchiaino che passa nella schiuma di un cappuccino. Poco si sa sulla quantità di microbi negli strati più alti dell’atmosfera, ma è ben noto che esistono colonie di microrganismi ad altitudini tra i 48 e i 77 chilometri.
Visits: 30