Quando Oumuamua mise piede nel nostro sistema solare, gli scienziati non ebbero il tempo necessario per studiarlo in modo approfondito. La visita recente di C/2019 Q4 (Borisov), una cometa interstellare, offre agli scienziati un’occasione d’oro per rifarsi. Nello specifico, un team dell’Initiative for Interstellar Studies (i4is) ha valutato la fattibilità tecnica di inviare un veicolo vicino a questa pietra cosmica usando la tecnologia esistente. Osservare a distanza ravvicinata un oggetto interstellare ci offre la possibilità unica di studiare la composizione di un altro sistema stellare, senza aver bisogno di visitarlo. Oltre a ciò, così come sostiene anche Andreas M. Hein, direttore esecutivo del consiglio di amministrazione di i4is, oggetti del genere potrebbero aver raccolto diversi tipi di materiale durante il loro viaggio di centinaia di migliaia (o addirittura milioni) di anni. Nel loro studio, il team ha valutato tutte le opzioni disponibili a nostra disposizione. Il modo migliore per lanciare il veicolo spaziale è attraverso un sistema di lancio orbitale pesante, come lo Space Launch System della NASA o il Falcon Heavy di SpaceX. Mentre il mezzo utilizzato potrebbe cambiare a seconda del periodo di lancio: da un velivolo di 2 tonnellate a un CubeSat di 3 chilogrammi. In futuro, saremo capaci di localizzare questi oggetti molto tempo prima, sopratutto con il dispiegamento dei futuri telescopi di nuova generazione. L’ESA sta anche lavorando sulla missione “Comet Interceptor“, tre veicoli spaziali che aspetteranno pazientemente l’arrivo di un oggetto interstellare nel nostro sistema.
Cosa ci aspettiamo di trovare in oggetti del genere? “Posso solo speculare, ma potremmo trovare anche molecole organiche, i mattoni per la vita“, afferma infine Hein. (everyeye – phys)
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