SPACEWEATHER — C’è un’allerta aurore polari sopratutto per l’emisfero australe per i giorni 18 e 19 giugno, per via del vento solare causato da un buco coronale…. Il vento solare al momento è nella norma a 324km/sec gli unici brillamenti sono di classe A7. Non sono presenti da 29 giorni, consecutivi le macchie solari, per un totale di 103 giorni ovvero il 61% dei giorni del 2019, piu minimo di cosi…. La radiazione solare è 66sfi valore del genere si vede molto raramente… Lo scudo geomagnetico è kp1. Alle 13 nel modo FT8 i segnali piu forti in 10 metri con l’E-sporadico. Tutte le bande aperte meno i 40 e 80m……..
A CACCIA DI PIANETI SIMILI ALLA TERRA — È stato messo in funzione un nuovo strumento progettato per andare a caccia di pianeti simili alla Terra nel sistema di Alpha Centauri, il più vicino al nostro e dunque uno dei più interessanti anche dal punto di vista “logistico”. Lo strumento, chiamato NEAR, acronimo di Near Earths in the AlphaCen Region, è stato installato su uno dei quattro telescopi che compongono il VLT (Very Large Telescope) dell’Osservatorio Europeo Australe (ESO) nel deserto di Atacama, in Cile. È stato realizzato col supporto del Breakthrough Watch, un progetto di ricerca volto a identificare e caratterizzare pianeti rocciosi simili alla Terra in orbita attorno a stelle che si trovano entro i 20 anni luce dal Sistema solare. Il NEAR è stato costruito grazie al lavoro di più atenei, tra i quali il CALTECH (California Institute of Technology), l’Università di Uppsala in Svezia e il Kampf Telescope Optics in Germania. Sistema Alpha Centauri. Il sistema Alpha Centauri, sito ad “appena” 4,37 anni luce dalla Terra (pari a circa 40mila miliardi di chilometri), come indicato è il più vicino al Sistema solare. Benché le tecnologie per raggiungerlo in tempi “umani” ancora non esistano, per il futuro si tratta sicuramente del posto più interessante al di fuori del nostro sistema dove andare a cercare una nuova casa e magari forme di vita extraterrestri. Esso è composto da un sistema binario di stelle simili al Sole chiamate A e B, e da una terza stella più piccola – Proxima Centauri, una nana rossa – attorno alla quale nel 2016 è stato scoperto Proxima b, un pianeta roccioso simile alla Terra che potrebbe ospitare acqua liquida sulla superficie (è nella zona abitabile). Con lo strumento NEAR gli scienziati dell’ESO proveranno a trovarne altri attorno alle stelle A e B, anche se ancora non è chiaro se attorno a sistemi binari ci siano le condizioni adatte per ospitare pianeti rocciosi simili al nostro. Lo strumento. Ma come farà NEAR a cercare i pianeti? Il Near Earths in the AlphaCen Region tecnicamente è un “coronagrafo a infrarossi termici”, progettato per bloccare la maggior parte della luce emessa dalle stelle di Proxima Centauri. In questo modo diventa possibile rilevare quella riflessa da potenziali pianeti che orbitano nella regione. Il NEAR è stato installato su uno dei quattro telescopi che compongono il VLT attraverso un aggiornamento del vecchio strumento VISIR, ampliandone di fatto il raggio d’azione e la capacità di “cacciare” pianeti. La prima fase di osservazione di Alpha Centauri si è conclusa lo scorso 11 giugno e nelle prossime settimane verrà comunicata l’eventuale scoperta di esopianeti. I dettagli sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell’ESO, la più grande organizzazione astronomica intergovernativa europea. (Fanpage)
C.R.T. MAGAZINE — Info whatsApp 340.666.74.51
E’ possibile donare anche con bonifico bancario, PostePay,
POSTEPAY P2P,Hype, N26, Circle Pay, Satispay e
altre info clicca qui
PARTICELLE QUANTISTICHE IMMORTALI?? — L’immortalità è un concetto tanto bramato dagli esseri umani quanto impossibile: nulla è eterno, stelle, pianeti, buchi neri e perfino (forse) l’Universo stesso. Ma le regole di questo mondo non valgono per il mondo quantistico, ed è qui che la cosa inizia a farsi interessante.
Gli scienziati sembrano aver scoperto che alcune quasiparticelle (un’entità che non è una vera particella, ma che ne possiede alcune caratteristiche) del mondo quantistico potrebbero essere effettivamente immortali.
La particella decade, ma sembra che sia capace di “ritornare in vita”. Questa proprietà, apparentemente, viola la seconda legge della termodinamica, che descrive che l’entropia in un sistema isolato si muove in una direzione solo crescente, ma non è così.
“Fino ad ora, l’ipotesi era che le quasiparticelle nei sistemi quantistici interagenti si deteriorassero dopo un certo periodo”, ha affermato il fisico Frank Pollman dell’Università tecnica di Monaco. “Ora sappiamo che è vero il contrario: le interazioni forti possono addirittura interrompere completamente la decadenza”.
Queste quasiparticelle sono i disturbi o le eccitazioni causati da forze elettriche o magnetiche che, collettivamente, si comportano come particelle. Lo sono, ad esempio, i fononi (una quasiparticella che descrive un quanto di vibrazione in un reticolo cristallino rigido) e polaroni. I ricercatori hanno quindi sviluppato metodi numerici per calcolare le interazioni di queste quasiparticelle e hanno poi eseguito delle simulazioni su un potente computer per osservare come decadono. “È ovvio che le quasiparticelle si decompongono, tuttavia nuove entità identiche delle particelle emergono dai resti” ha affermato il fisico Ruben Verresen, sempre dell’Università tecnica di Monaco. “Se questo decadimento procede molto rapidamente, si verificherà una reazione inversa dopo un certo tempo e i detriti convergeranno nuovamente.Questo processo può ripresentarsi all’infinito.” I fisici hanno sottolineato che questo fenomeno non viola la seconda legge della termodinamica, perché il fenomeno fa parte di un’interazione del mondo quantistico chiamata dualità onda-particella. Questa scoperta, ancora puramente teorica, potrebbe agevolare la memorizzazione dei dati nei computer quantistici.
https://www.youtube.com/watch?v=9b-VVSCoOCg
TROPPI SATELLITI NELL’ORBITA BASSA — A poco più di due settimane dal lancio dei satelliti Starlink di SpaceX, monta la protesta tra gli astronomi. Nello specifico, gli esperti non discutono il loro potenziali utilizzo, che dovrebbe portare internet nelle aree non servite, ma l’impatto sull’osservazione del cielo notturno e sulla radioastronomia. La prima tranche della mega costellazione di 12.000 satelliti Starlink infatti era visibile come un “treno di luci brillanti che passavano nei cieli nelle notti immediatamente successive al lancio”. E se per molti il fenomeno è risultato essere curioso, per altri l’impatto a lungo termine di questi satelliti potrebbe provocare qualche problema. L’astronomo Alex Parker del Southwest Research Institute ha espresso le proprie preoccupazioni per il fatto che i 12.000 satelliti potrebbero essere più luminosi e più numerosi delle stelle visibili ad occhio nudo. L’International Dark Sky Association ha sottolineato che i pannelli solari riflettenti dei satelliti e le superfici metalliche li rendono visibili di notte, e sono risultati riconoscibili anche ad occhio nudo in tutto il mondo nelle notti successive al loro lancio. In una dichiarazione l’IDA ha affermato che allo stato attuale non è possibile “comprendere l’impatto di migliaia di questi satelliti sulle osservazioni notturne”, ma senza mezzi termini gli studiosi sostengono che potrebbero rappresentare una limitazione nella “capacità collettiva di studiare il cosmo”.
Visits: 12