SPACEWEATHER — Per il 14 e 15 gennaio è atteso uno streaming solare che dovrebbe provocare una tempesta geomagnetica, e questo generalmente non porta buona propagazione durante i massimi di attività solare, ma nel nostro caso un po di rimescolamento della ionosfera non puo’ che far bene alla propagazione sulle bande basse specie e al termine o nelle pause della tempesta e poidipende sempre dal giorno e la notte… Intanto sul Sole non ci sono macchie solari ed attualmente il vento solare è nella norma a 344km/sec
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ASTROFISICA — Un ragazzo di 17 anni, Wolf Cukier, durante uno stage alla Nasa, ha scoperto un nuovo pianeta in orbita attorno a due stelle. Il pianeta è circa 6,9 volte più grande della Terra e si trova a più di 1.300 anni luce di distanza dal Sistema Solare, nella costellazione Pittore. Ne dà notizia la stessa Nasa sul suo sito. La scoperta è stata presentata al 235/o convegno della Società Astronomica Americana delle Hawaii ed è basata sui dati raccolti dal cacciatore di pianeti esterni al Sistema Solare della Nasa, Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite).
VULCANO TAAL — Le immagini che arrivano dalle Filippine nel giorno dopo la violentissima esplosione del vulcano Taal sono davvero impressionanti: gran parte dell’isola di Luzon è letteralmente seppellita da un abbondante strato di cenere. Tagaytay, Talisay, Lipa City e molti altri centri registrano disagi enormi per la cenere che rischia di sterminare migliaia di animali ustionati e destinati a sofferenze atroci fino alla morte, inevitabile, nel giro di qualche settimana. La violenta eruzione di ieri ha spinto un pennacchio altissimo di cenere e lapilli fino a 15 chilometri di altitudine nell’atmosfera. La violenza dell’eruzione è stata tale da provocare fulmini vulcanici e scosse sismiche. Intanto si teme una “eruzione esplosiva” nei prossimi giorni: le autorità hanno chiuso l’aeroporto di Manila “fino a nuovo ordine“.
ASTROFISICA — Il mantello è lo spesso strato roccioso della Terra che si trova a metà strada tra la crosta, la “pelle” del nostro pianeta, e il nucleo, il suo cuore. Esso costituisce la maggior parte del volume del nostro pianeta, e il suo studio, ovvero quello dei minerali presenti, è di grande interesse per la comprensione dei processi che vi avvengono all’interno, dai quali dipendono anche le condizioni nella soprastante crosta. Tuttavia, questo involucro è troppo profondo per essere osservato direttamente dall’uomo. Alcune meteoriti, però, possono fornire indizi su questo guscio altrimenti irraggiungibile. È il caso della meteorite di Suizhou, una roccia caduta il 15 aprile del 1986 a 12.5 km dalla città di Suizhou, nella provincia di Hubei, in Cina. Una meteorite che un team internazionale di scienziati ha analizzato mediante microscopia elettronica ad alta risoluzione e spettroscopia, trovando, nelle venature di un suo campione, nanoparticelle di ferro metallico che coesistono con la bridgmanite, o meglio con un suo analogo prima d’ora mai osservato: l’hiroseite, un minerale la cui presenza – come affermano gli stessi ricercatori – è la prima prova diretta in natura della reazione di dismutazione del ferro, un particolare tipo di reazione di ossidoriduzione finora osservata solo in esperimenti ad alta pressione.
LA MACCHINA DEL TEMPO — “Grande Giove!”, esclameranno i fan dei film fantascientifici alla visione di questa notizia riportata dalla CNN. L’astrofisico Ron Mallett, infatti, crede di aver trovato un modo per viaggiare indietro nel tempo.. almeno teoricamente. Il professore di fisica dell’Università del Connecticut ha recentemente dichiarato alla CNN di aver scritto un’equazione scientifica che potrebbe servire da base per una vera e propria macchina del tempo. Tuttavia, i colleghi dell’uomo sembrano essere abbastanza scettici. Per comprendere l’idea di Mallett, “basta” conoscere le basi della teoria della relatività speciale di Albert Einstein, secondo cui il tempo accelera o decelera a seconda della velocità con cui si muove un oggetto. In base a questa teoria, se una persona si trovasse su un’astronave in viaggio vicino alla velocità della luce, il tempo passerebbe più lentamente per coloro che stanno sull’astronave, in confronto alle persone rimaste sulla Terra. Questo, in sostanza, è uno dei modi per viaggiare nel futuro. Nonostante il viaggio nel futuro sia “possibile” (almeno teoricamente), il viaggio nel passato, secondo i fisici, non ha modo di esistere. Mallett, però, pensa di poterlo fare utilizzando i laser. La sua idea per una macchina del tempo dipende da un’altra teoria di Einstein: la teoria della relatività generale. Secondo tale teoria, le grandi masse (come le stelle o i buchi neri) piegano lo spazio-tempo; un effetto che percepiamo come gravità. Più forte è la gravità, più il tempo passa lentamente. “Nella teoria di Einstein, ciò che chiamiamo spazio coinvolge anche il tempo – ecco perché si chiama spazio-tempo, qualunque cosa tu faccia allo spazio succede anche al tempo”, afferma Mallett alla CNN. L’uomo crede che sia teoricamente possibile trasformare il tempo in un ciclo che consenta di viaggiare nel passato. “Studiando il tipo di campo gravitazionale prodotto da un laser ad anello”, dice Mallett alla CNN, “questo potrebbe portare a un nuovo modo di vedere la possibilità di una macchina del tempo basata su un raggio di luce circolante”. Lo scetticismo dei colleghi, ovviamente, è palese: “Non credo che [il suo lavoro] sarà necessariamente fruttuoso”, afferma l’astrofisico Paul Sutter alla CNN, “perché penso che ci siano profondi difetti nella sua matematica e nella sua teoria, e quindi un dispositivo pratico sembra irraggiungibile”. Perfino Mallet ammette che la sua idea è del tutto teorica. Secondo l’uomo, infatti, ci sono delle grandi limitazioni: “È possibile inviare informazioni. Ma è possibile inviarle solo al punto in cui si accende la macchina.”
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